L'ippodromo del galoppo

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

A pochi passi da piazzale Lotto, immerso nel verde, si trova un monumento che non viene spesso considerato tale, forse perchè la sua funzione primaria è quella sportiva. Eppure l'ippodromo del galoppo di Milano ha un reale valore artistico ed architettonico.
Nel diciannovesimo secolo il Comune di Milano ed i privati, per ristrettezza di spazi liberi, avevano dovuto insediare nel territorio dei comuni viciniori alcuni importanti stabilimenti e sedi di servizi pubblici e privati; tra questi spiccava il Centro d'allenamento ippico, nel territorio dell'ex comune di Trenno, risalente al 1888.
Il centro d'allenamento ippico aveva sempre dovuto mediare tra due opposte esigenze: da un lato l'isolamento nelle campagne (per accudire al benessere dei cavalli) e dall'altra la vicinanza ai centri urbani (per una facile raggiungibilità da parte degli spettatori).

Le prime esperienze ottocentesche ebbero radici in gruppi aristocratici della città; fu così che nel 1830 nacque una società per la corsa dei cavalli che utilizzava semestralmente la piazza d'Armi (attuale parco Sempione) per le riunioni sportive.
La prima struttura stabile milanese per gli sport equestri fu realizzata nel 1855 fuori Porta Orientale, presso la cascina Pozzobonelli. Il diffondersi della passione equestre tra i cittadini portò però nel frattempo alcuni privati a fondare la "Società Lombarda per le Corse dei Cavalli", nel 1883; nel 1887 tale società acquistò 210.000 metri quadrati di terreni agricoli, sulla riva destra del corso del fiume Olona, nella campagna di San Siro, che all'epoca faceva parte del comune di Trenno. Tale impianto ippico, anch'esso di dimensioni modeste, venne inaugurato nel 1888. Le sue antiche strutture erano in legno, e risulta che fu anche visitato da Hemingway nel 1918, e da lui descritto in "Addio alle armi", come immerso nella folta vegetazione in aperta campagna, con ville, fossi ed orti, fontanili e canali d'irrigazione.
L'attuale complesso ippico di San Siro si estende su di un'area di circa 1.645.000 metri quadrati, di cui 422.000 destinati a pista vera e propria, inscritta in un vasto campo rettangolare, privo di una qualsiasi alberatura.
Diverso è invece il discorso per l'area triangolare a settentrione del comprensorio, dove sorgono alberi frondosi e il "trottatoio coperto", che risale al 1925, mentre le scuderie risalgono in parte al 1936 ed in parte al 1956. Tra di esse spiccano le ex-scuderie "De Montel", palazzine in stile liberty risalenti al 1910 ed ora degradate, e di cui esiste un progetto in corso per la trasformazione in stabilimento termale, che dovrà rispettare il vincolo monumentale posto nel 2004 dalla Soprintendenza sugli edifici: l’acqua termale sarà la stessa che veniva utilizzata per le fontane "dell’acqua marcia", che ha un ottimo concentrato di zolfo e preziose qualità terapeutiche. Vediamo allora le caratteristiche ambientali ed architettoniche del complesso.

Le strutture sportive sono immerse nel verde di un giardino rigoglioso, tra le cui alberature occhieggiano numerosi edifici di valore artistico, quali ad esempio le tribune, di epoca liberty, che rivelano la loro origine mediante fregi e piccoli particolari tipici dell'epoca; in particolare, monumentale eppure delicata è la facciata della tribuna principale, preceduta da un'elegante fontana.
Ancora, a pochi metri, l'interessante facciata della tribuna secondaria, di epoca littoria, davanti a cui si trova la statua del cavallo detto "di Leonardo", in quanto realizzato su un disegno del grande genio toscano, per volontà di un mecenate americano, Charles Dent, un pilota di linee aeree della Pennsylvania, che decise nel 1977 di realizzare la statua equestre disegnata da Leonardo da Vinci e di regalarla a Milano.
Si tramanda infatti che nel 1482 Ludovico il Moro, Duca di Milano, propose a Leonardo di costruire la più grande statua equestre del mondo. Purtroppo, quando il modello fu pronto (circa 16 anni dopo) le 100 tonnellate di bronzo necessarie alla realizzazione del monumento non erano più disponibili, essendo state utilizzate per realizzare dei cannoni utili alla difesa del ducato d'Este dall'invasione dei francesi di Luigi XII.
Nel 1977 la direzione dei lavori venne affidata alla scultrice Nina Akamu che condusse in porto l'impresa, realizzando quest'opera in bronzo che, smontata in 7 pezzi e rinchiusa in altrettante casse, il 3 luglio 1999 atterrò a Malpensa e venne rimontata e sistemata all'Ippodromo per essere inaugurata nel settembre dello stesso anno. Nel piazzale venne costruito un piedistallo alto 3 metri di cemento armato in mezzo ad un basamento in granito.

L'ippodromo del galoppo può essere raggiunto con la metropolitana rossa (M1) fino a Lotto, e da lì con un breve tratto a piedi.